La bellezza delle tradizioni rivive quando c’è la volontà di recuperare quelle abitudini che permettono di fare gruppo e di apprezzarne il suo valore.
L’appuntamento vissuto dal Settore Giovani diocesano “Sono amato, dunque esisto” ha segnato il recupero di una tappa importante del cammino associativo: la Festa dell’Accoglienza, che rappresenta l’inizio dell’anno nello spirito di fraternità, di condivisione e di slancio propositivo verso il tempo che verrà.
Con l’apertura del nuovo anno liturgico, domenica 1 dicembre, i giovanissimi e i giovani dell’Azione Cattolica della diocesi si sono ritrovati a Monforte S. Giorgio, accolti con grande affetto dall’associazione parrocchiale, per trascorrere una giornata di festa, di conoscenza e di tempo di qualità, accompagnati dal messaggio tratto dalla bolla di indizione del Giubileo 2025 Spes non confundit: “Sono amato, dunque esisto”. Guidati dai responsabili di settore Alessandro Aspa e Mariangela Licosi, dalla consigliera Emanuela Parisi e dall’assistente spirituale don Giuseppe Maio, hanno avuto la possibilità di costruire dialogo e amicizia e riflettere insieme sull’invito alla felicità reciproca che emerge dalle parole del Santo Padre in quell’espressione che condensa, nella sua brevità, il valore che abbiamo in quanto individui amati e pronti ad amare.
Il nucleo del messaggio presente nel documento giubilare è stato declinato nel corso dell’evento attraverso uno sguardo giovane, attento alla realtà di oggi e agli stimoli che arrivano dalla nostra società.
La giornata ha preso avvio dal saluto introduttivo del presidente dell’associazione parrocchiale Francesco Cannistrà dalle cui parole di saluto e benvenuto si è potuta cogliere tutta la gioia per la presenza di giovani e giovanissimi in un contesto parrocchiale che si fa casa accogliente e l’esortazione a guardare alla unicità della vita di ciascuno; subito dopo, anche il presidente diocesano, Alberto Randazzo, ha preso la parola per esprimere parole di incoraggiamento e profonda gratitudine, parole che sono state pronunciate anche dinanzi a tutta la comunità parrocchiale durante la partecipazione alla Messa comunitaria.
Accanto a lui anche la presenza del Settore Adulti rappresentato da Sergio Visconti e Carla Buda e dell’assistente unitario don Enzo Maestri che ha preso parte al laboratorio pomeridiano lasciandosi coinvolgere dalle domande di senso dei presenti, dagli interrogativi e dagli sguardi di verità dei più giovani che richiedono attenzione e ascolto profondi. L’amore, infatti, l’accoglienza reciproca nella differenza, è uno spazio sacro, è presupposto imprescindibile di un’esistenza compiuta, piena.
A partire da questi presupposti, ci siamo sentiti stretti in un nodo, non di quelli che costringono ma di quelli che stabiliscono legami, ne creano nuovi e rinsaldano i più duraturi; siamo i fili di quel nodo, presi nella loro singolarità e irrobustiti dall’intreccio di cui fanno parte.
Proprio l’esperienza del gruppo, in Azione Cattolica, ci permette di sperimentare la forza delle vite che si intrecciano perché è strumento formativo, esperienza qualificante di fraternità. L’AC ha a cuore tutto questo, ha a cuore ogni fase della vita.
Scegliamo di stare insieme, dunque, perché c’è un senso comune che ci unisce, perché la diversità che caratterizza i nostri gruppi è ricchezza, pluralità e potenzialità, perché il servizio generoso ci fa battere il cuore, ci sospinge “verso l’alto” e ci dona il coraggio di sognare sogni grandi e belli, all’altezza della nostra giovinezza.